Autrice: Diletta Paoletti
“Per il rilancio della cultura e del turismo, due settori chiave per l’Italia anche perché hanno un significato identitario per noi, una prima linea d’azione riguarda interventi di valorizzazione di siti storici e culturali volti a migliorare la capacità attrattiva, la sicurezza e l’accessibilità dei luoghi”. Sono le parole del Presidente del Consiglio Mario Draghi, pronunciate il 26 aprile alla Camera in vista della trasmissione alla Commissione europea del PNRR, Piano di ripresa e resilienza. “Si tratta – prosegue Draghi – di interventi dedicati non solo ai grandi attrattori ma anche alla tutela e alla valorizzazione dei siti minori. Si aggiungono misure per una riqualificazione ambientalmente sostenibile delle strutture e dei servizi turistici, che fanno leva anche sulle nuove tecnologie”.
Secondo Federculture le cifre significative che, nel Piano, riguardano il settore culturale ammontano a 6,68 miliardi, a cui si aggiunge un Fondo Complementare di 1,46 miliardi destinato al finanziamento di 14 interventi strategici per la tutela, la valorizzazione e la promozione culturale; 300 milioni sono poi stanziati per lo Sviluppo dell’industria cinematografica (Progetto Cinecittà), a cui si sommano 300 milioni per il Recovery Art, ossia la realizzazione di luoghi permanenti di ricovero per le opere d’arte colpite da calamità naturali.
Non mancano gli interventi a favore delle aree interne e montane, attraverso operazioni di riqualificazione e sviluppo della ricettività. Sono previste anche misure di tutela dell’architettura e del paesaggio rurale, in difesa dell’identità dei luoghi. Inoltre – in linea con la strategia europea del Green Deal, che punta ad un continente ad impatto climatico 0 entro il 2050 – sono previsti criteri ambientali minimi per gli eventi culturali. Non viene, infine, trascurato il tema della partecipazione culturale come leva di inclusione e rigenerazione.
Mente alcuni osservatori si ritengono soddisfatti per lo spazio che il Pnrr dedica alla cultura, per altri invece permane una funzione ancillare rispetto all’industria del turismo. La somma stanziata, secondo questi ultimi, non è sufficiente e manca una vera strategia di rilancio del settore dell’industria e delle attività culturali.
Ora la palla passa alla Commissione europea, che dovrà revisionare il Piano e pronunciarsi sui suoi contenuti.
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